Un corridore che si allaccia le scarpe, controlla l’orologio e parte: la sensazione di leggerezza è immediata, ma basta un dettaglio sbagliato per compromettere la sessione. In molti si impegnano con costanza, ma certi errori pratici ripetuti diventano un ostacolo più che un miglioramento. Qui non si cerca il consiglio motivazionale, ma indicazioni concrete per evitare passi falsi che si vedono spesso nei parchi, nelle piste e nelle palestre.
Gli errori che si pagano in strada
Uno degli sbagli più comuni è entrare in allenamento con lo stomaco pieno. Accumulare carboidrati e calorie prima di uscire può sembrare sensato, ma in realtà modifica il flusso sanguigno e rende la corsa più faticosa. Chi corre in città lo nota spesso: dopo un pasto pesante il ritmo cala e aumenta il senso di pesantezza. Se si sceglie uno snack, è importante leggere l’etichetta: molte barrette hanno zuccheri semplici che scatenano picchi glicemici e fastidi gastrointestinali. Un dettaglio che molti sottovalutano è anche il tempo di attesa tra pasto e allenamento: non è lo stesso per tutti e dipende da intensità e abitudini digestive.

Un altro vizio diffuso è la routine ripetitiva. Fare ogni settimana lo stesso percorso o lo stesso circuito frena i progressi: i muscoli e il sistema cardiovascolare si abituano e smettono di migliorare. Per questo è utile alternare ripetute, allunghi, sedute in salita e lavoro di resistenza; così si stimolano diversi gruppi muscolari e si guadagna forza e resistenza. Infine, quando l’obiettivo è la velocità, spesso si recupera troppo a lungo tra le ripetute: il tempo di recupero non dovrebbe superare la metà della durata della serie nella maggior parte dei casi. Questo principio è praticato da molti allenatori e si vede applicato nelle sedute più efficaci.
Allenare corpo e testa: cosa evitare
Saltare il riposo o mascherare il dolore con pillole è un rischio concreto. Il corpo manda segnali che vanno interpretati: il dolore acuto è spesso un campanello d’allarme e non una variabile da comprimere con antinfiammatori per proseguire. In diverse realtà sportive italiane e in squadre amatoriali si osserva l’uso frequente di farmaci senza consulto medico; questo comportamento porta a sovraccarichi e a infortuni prolungati. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è proprio la sottovalutazione delle piccole lesioni che poi si amplificano con il freddo.
Infine, concentrarsi esclusivamente sulle gambe limita i guadagni reali. La corsa è un gesto complesso che coinvolge addominali, dorsali, braccia e tutto il core. Inserire esercizi di allenamento funzionale e movimenti a corpo libero aiuta a distribuire le forze, migliorare l’economia di corsa e mantenere lucidità nelle fasi finali di una gara. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è che spazi e attrezzature non sono sempre necessari: pochi esercizi mirati bastano per aumentare la stabilità. Per molti runner il cambiamento diventa evidente quando, dopo qualche settimana, si riduce la fatica nelle salite e si guadagna una falcata più stabile. Chiudiamo con un’immagine concreta: uno sprint finale che resta gestibile perché la parte alta del corpo ha retto lo sforzo — un risultato che è frutto di scelte semplici e ben calibrate.
