All’inizio di una salita l’attenzione non è sulle emozioni ma sulle scelte pratiche: quale giacca mettere nello zaino, se partire con le ciaspole o con gli sci, se la corda è adatta alla via. Sono decisioni che determinano la riuscita della giornata in montagna e la sicurezza del gruppo. Chi si avvicina all’alpinismo trova subito una difficoltà concreta: l’attività comprende terreni e modalità molto diverse, dalla cresta rocciosa alla parete di ghiaccio, e ogni variante richiede attrezzatura e competenze specifiche. In questo articolo spieghiamo le basi operative per iniziare, evitando promesse e puntando sui fatti.
L’essenziale: abbigliamento e accessori
La regola fondamentale è semplice e pratica: vestirsi a strati. Lo strato esterno deve essere un guscio impermeabile e traspirante, in grado di proteggere da pioggia, vento e neve. Sotto vanno uno strato isolante che trattenga il calore e un intimo tecnico che allontani l’umidità dal corpo. La scelta dei materiali dipende dall’attività: in roccia si predilige leggerezza, su ghiacciaio isolamento maggiore. Un dettaglio che molti sottovalutano è la vestibilità dello strato intermedio: troppo spesso e si suda, troppo sottile e ci si raffredda rapidamente.

Gli accessori sono altrettanto importanti: un berretto, una fascia, guanti sia isolanti sia impermeabili e un buff multifunzione. Gli occhiali con protezione adeguata e la crema solare sono obbligatori nelle salite esposte al sole, soprattutto sui ghiacciai: il riverbero può essere intenso anche in quota. Per lo zaino, la misura giusta significa comfort per l’intera giornata; per molti principianti un modello intorno ai 30 litri è il compromesso più pratico. In Italia e in altre regioni europee i negozi specializzati consigliano modelli robusti, senza fronzoli, con porta-piccozza e uno schienale stabile: un aspetto che sfugge a chi vive in città quando prova lo zaino al banco del negozio.
Attrezzatura tecnica e sicurezza
La scelta della corda e degli strumenti tecnici segue il tipo di alpinismo che si intende praticare. Per la roccia spesso si usano due corde da 60 metri con sistema a doppia per facilitare le calate; per il ghiacciaio è preferibile una corda con trattamento Dry che respinga l’acqua. Oltre alla corda servono moschettoni, rinvii, imbrago e casco: elementi che devono essere compatibili tra loro e periodicamente verificati. Un buon equipaggiamento è inutile se non si conoscono le tecniche elementari di utilizzo.
Per il lavoro su ghiacciaio è indispensabile il kit per il recupero da crepaccio: cordini, carrucole e ancoraggi specifici. I tecnici e le Guide Alpine ripetono spesso lo stesso consiglio: seguire un corso pratico prima di usare l’attrezzatura in autonomia. Nei mesi con neve abbondante entra in gioco l’ARTVA, pala e sonda, e la conoscenza delle basi nivologiche per gestire il rischio valanghe. Se si prevedono avvicinamenti con neve occorre considerare sci da alpinismo o ciaspole, a seconda del terreno.
Formarsi rimane il punto cruciale: imparare a leggere il meteo di montagna, valutare condizioni del manto nevoso e praticare tecniche di autosoccorso riduce errori che possono costare cari. Un fenomeno che in molti notano solo in montagna è la rapidità con cui le condizioni cambiano: per questo chi inizia dovrebbe privilegiare itinerari semplici e farsi accompagnare da esperti. Alla fine, la differenza più evidente tra un buon inizio e un errore evitabile sta nella formazione pratica e nella cura dell’attrezzatura.
